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Sem Benelli

 
Foto prelevata da http://www.wikipedia.itSem Benelli (Prato, 10 agosto 1877 – Zoagli, 18 dicembre 1949) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano, autore di testi per il teatro e di sceneggiature per il cinema. Fu anche autore di libretti d'opera.
È stato spesso considerato dalla critica un D'Annunzio in minore ("ciabatta smessa del dannunzianesimo" lo definì addirittura in maniera un po' ingenerosa Giovanni Papini), ma recentemente il suo talento letterario è stato rivalutato fino a considerarlo come una fra le maggiori espressioni della tragedia moderna.
Il drammaturgo pratese fu autore del testo teatrale La cena delle beffe, tragedia ambientata nella Firenze medicea di Lorenzo il Magnifico, che ebbe un successo clamoroso e tale comunque da consegnare il suo nome alla storia della letteratura.
Da questa tragedia fu tratto nel 1941 dal regista Alessandro Blasetti l'omonimo celebre film con Amedeo Nazzari e Clara Calamai.
Dalla riduzione del testo a libretto, venne ricavata da Umberto Giordano l'opera omonima andata in scena in prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano il 20 dicembre 1924. La sola bibliografia teatrale di Benelli comprende una trentina di titoli, sviluppati nell'arco di una quarantina di anni e articolati tanto su drammi sociali quanto su commedie di ambientazione di tipo borghese.
Benelli nacque in una famiglia di artigiani di umili condizioni e dovette interrompere gli studi a causa della morte prematura del padre. Dopo una breve esperienza come giornalista, si avvicinò alla letteratura da autodidatta e solo poco più che trentenne, nel 1908, scrisse la sua prima commedia, Tìgnola.
Il successo non tardò però ad arrivare: l'anno successivo, infatti, veniva messo in scena al Teatro Argentina di Roma il dramma La cena delle beffe.
Il lavoro di Benelli fu accolto con estremo favore dalla critica, spiazzata dal tentativo (evidentemente riuscito) dell'autore di rompere gli schemi classici dell'epoca, centrati sulla foga e la crudezza del verismo o altrimenti sull'ars declamatoria di stampo dannunziano. La fortuna di questo titolo non si limitò al territorio italiano (la tragedia entrerà stabilmente nel repertorio teatrale per essere rappresentata anche sotto chiavi diverse, come nella versione di Gigi Proietti) ma fu replicata anche all'estero, tanto da essere portato in scena negli anni successivi in numerose repliche sia a Parigi, da Sarah Bernhardt, sia Broadway, dalla compagnia di John Barrymore. Benelli ebbe il pregio di saper coltivare la sua vena artistica, senza adagiarsi sugli allori del successo ottenuto con la Cena; negli anni immediatamente successivi riuscì a scrivere altri importanti lavori teatrali di impronta storica che ebbero un particolare successo anche in virtù dei multiformi apparati scenografici con i quali venivano rappresentati in scena. Si segnalano qui, in particolare, le tragedie L'amore dei tre re (1910), servita anche da libretto per un melodramma di Italo Montemezzi andato in scena nel 1913; Il mantellaccio e Rosmunda (scritte nel 1911); La gorgona (1913), da cui furono tratti due film omonimi nel 1914 e nel nel 1942; ed infine Le nozze dei centauri (lavoro pubblicato nel 1915).
 
Nel 1913 compose un poema sinfonico in onore di Giuseppe Verdi musicato da Francesco Cilea ed eseguito al Teatro Carlo Felice di Genova, città alla quale il cigno di Busseto era molto legato. A detta dei critici l'arte letteraria di Benelli - specie per quanto riguarda la produzione principale che va dal 1908 al 1915 - è contraddistinta da una raffinata ricchezza di simbolismi, solo in parte intaccata da un cupo erotismo e da forti connotazioni di carattere psicologico. La successiva produzione poco aggiungerà al suo valore di scrittore dalle molte sfaccettature. Meritano di essere comunque segnalate le commedie: Adamo ed Eva (del 1933), Madre Regina ed Eroi (messe in scena nel 1934) e Caterina Sforza (1938).
 
A quasi voler concretizzare il suo simbolismo nel 1914 fece costruire sulla scogliera di Zoagli a strapiombo sul mare, un castello denominato tuttora IL CASTELLO DI SEM BENELLI: nel suo complesso, ma soprattutto in ogni particolare architettonico, traspare la personalità del drammaturgo, la stessa scelta dei materiali tra i più diversi ed eterogenei, come marmi, maioliche, mattoni, pietra...rispecchiano le sfaccettature dello scrittore. Nel suo insieme, maestoso e compatto, addolcito dalle linee curve delle ripetute rotondità, contornato da uno sfondo naturale unico, ne fanno quasi una scenografia teatrale ad integrazione delle sue opere. Fortemente condizionato dai fermenti operai di fine Ottocento e primo Novecento, su sostenuto da una forte tensione verso i valori della giustizia sociale.
Assieme a Filippo Tommaso Marinetti (con il quale fondò nel 1905 a Milano la rivista letteraria Poesia) fu fra coloro che propugnarono il movimento del Futurismo.
Durante la prima guerra mondiale ricoprì i gradi di ufficiale e sostenne con ardore l'impresa di Fiume (anche se non condivise appieno le teorie interventiste e la marcia decisa da D'Annunzio, episodio che lo turbò molto).
Venne eletto deputato nel 1921, ma all'indomani dell'uccisione di Giacomo Matteotti entrò in rotta di collisione con il regime fascista, che iniziò da allora a boicottarne la figura tanto da costringerlo ad emigrare in Svizzera (rientrerà in Italia solo a conflitto concluso).
Trascorse gli ultimi anni di vita sul golfo del Tigullio, nella amatissima città di Zoagli, nella quale è tutt'oggi visibile l'elegante castello sul mare che fece costruire e che ne ricorda la figura e l'attività letteraria.

Testo e foto tratti da http://www.wikipedia.it

 
     
   
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