La cucina creativa ha abituato i palati a presunte
raffinatezze che non possono competere con questa
umile e contadinesca pietanza, forse retaggio di
cacce e appostamenti quando l’appetito era arretrato
e si doveva placare a ogni costo. Comunque stiano le
cose, alla stregua di altri piatti semi dimenticati,
quelli a base di ranocchi – delicatissimo ad esempio
il loro brodo usato un tempo nello svezzamento e
come ricostituente – sembrano ormai destinati a un
triste destino per di più decretato da una cucina di
famiglia troppo frettolosa per essere tipica. Ebbene
questa è la ricetta per coloro che ancora hanno il
piacere di osare:
lasciate un chilo di ranocchi già puliti sotto
l’acqua corrente. Nel frattempo sbattete tre uova
con un po’ di sale aggiungendo qualche goccia di
limone. Immergete i ranocchi nell’uovo lasciandoli
“immedesimare” per circa un’ora. Infarinateli bene e
friggeteli in olio bollente.
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