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Santuario della Madonna del Giglio (Prato)

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Il Santuario della Madonna del Giglio si trova in via San Silvestro.

Qui sorgeva la Chiesa dello Spedale di San Silvestro; fu fatto erigere da Dolce de' Mazzamuti prima del 1276 e poi unito nel 1554 a quello della Misericordia che prese il nome attuale, ancora usato, di Misericordia e Dolce.
La chiesa dello Spedale venne trasformata nel 1673-80 in santuario dedicato alla Madonna del Giglio, dopo i miracoli avvenuti intorno ad un'immagine della Vergine affrescata sul muro esterno della chiesa, sopra un pozzo, a partire dal 26 agosto 1664, quando rifiorì prodigiosamente un giglio secco posto davanti al dipinto.
Il porticato che precede la chiesa, a tre archi, a pieno centro su colonne tuscaniche in pietra e semipilastri angolari, fu aggiunto nel Seicento. Uno stemma in pietra del Comune, quattrocentesco, è al centro della facciata.
All'interno la chiesa ha navata unica coperta da sette capriate lignee; sulla parete di fondo è l'imponente altare che incornicia la Madonna del Giglio. Nell'altare è posto un crocifisso ligneo di artigianato pratese del XVII secolo, ma in origine vi era la tela, ora collocata nell'altare opposto. La tela, dipinta dal fiorentino Alessandro Rosi (1627-1697) allievo di Pietro da Cortona, è databile la 1665-1670 e raffigura i Santi Francesco Saverio e Pietro d'Alcantara.
Tra le due porte, sulla parete di fondo si innalza il grandioso altar maggiore eseguito da Domenico Angiolini (1665) L'edicola è costituita da una zona più arretrata, con due semicolonne concluse da trabeazione. Plastiche cornici, mensolette e rosoni ornano la trabeazione e il timpano, sopra il quale si imposta il tabernacolo  con iscrizione (Dilectus meus pascitur inter lilia), architrave ornato da cherubino e festoni dorati, e timpano triangolare dal quale si affacciano due angioletti in stucco.
Nell'altare è collocate la vivace tela dipinta nel 1705 dal fiorentino Pier Dandini (1646-1712), con i Santi Silvestro, Giacinto e Maddalena. Il dipinto incornicia l'affresco miracoloso con la Madonna che allatta il Bambino, opera di pittura locale degli inizi del Quattrocento, traslata dall'altare nel 1680 (di fianco al dipinto, incoronato nel 1982, è la teca dove si conserva il giglio rifiorito prodigiosamente il 26 agosto 1664).

 

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La preghiera che si trova all'entrata del Santuario  
 
     
   
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